Racconti: n.3 – Verso Campobasso

Il 48mo battaglione Highlanders si era preparato mentalmente a dover combattere duramente prima di poter aggiungere Campobasso al bottino canadese; i tedeschi erano chiaramente retrocessi e tutto procedeva secondo i piani: si aspettavano che gli uomini di Kesselring li attendessero all’ingresso della città.

We spoke of greater conquest
In soldier talk and tale,
But Rome remained our target,
For Rome was now our grail.
We fumed in thwarted waiting,
But girded strength and arms,
And nagged Biferno’s highlands
With snarling night alarms.

Parlavamo di grandi conquiste
Tra chiacchiere e storie di caserma
Ma Roma rimaneva il nostro obiettivo,
Perché Roma era il nostro Graal.
Furiosi dalla rabbia in snervante attesa,
Ma pieni di forza ed armi,
maledicevamo le montagne sul Biferno
Con ruggenti allarmi notturni.

Lo studio tattico delle mappe evidenziava quanto sicura fosse la difesa di Campobasso, e che logicamente Kesserling non avrebbe regalato altro ai pressanti canadesi. (A questo punto bisognava prendere una decisione; l’Alto Comando tedesco doveva scegliere tra combattere o arrendersi. Era una decisione talmente difficile che il Capo dello Staff, 76mo Panzer Corps, scrisse “I miei capelli stanno diventando bianchi”). La cattura di Campobasso sarebbe spettata alla prima Brigata, mentre la seconda sarebbe andata alla conquista di Vinchiaturo, verso sud. La strada per le due destinazioni si divideva a Gildone.

FONTE: Official History of the Canadian Army in the Second World War – Volume II – THE CANADIANS IN ITALY 1943-1945 –


L’attesa per iniziare l’avanzata nei pressi della Collina 520 (appena più a nord del Ponte dei 13 Archi) era snervante, in quanto il tempo era brutto e gli uomini erano in pessime condizioni. Il 9 piovve, e così anche il 10; l’11, poi, ci fu un acquazzone accompagnato da forti venti che spazzò via tutte le deviazioni create dagli ingegneri attorno alle demolizioni, oltre a provocare (di nuovo) l’annullamento dell’avanzata del Battaglione verso l’area di assembramento per poi iniziare a marciare verso Campobasso con il fine di attaccarla. Gli effetti della bora adriatica si facevano ancora sentire.

Royal Canadian Artillery durante un’azione a nord di Campobasso, ottobre 1943.
Copyright: Canadian War Museum
Source: https://www.warmuseum.ca/collections/archive/3138396

A mezzogiorno del 12 gli Highlanders cominciarono a muoversi. Sarebbero potuti partire prima ma il Colonnello Johnston aveva posticipato nella speranza che qualche deviazione si sarebbe asciugata con il sole, che finalmente era libero dalle pesanti nubi di ottobre. Si muovevano con i veicoli, ma a passo d’uomo. Il ponte era stato demolito al bivio tra la strada e il fiume, così furono costretti a guadarlo. Salirono fino a Gambatesa e poi ridiscesero; superarono un burrone su un ponte a traliccio; fecero poi una difficile deviazione; attraversarono altri ponti distrutti e ancora ponti a traliccio; successivamente una chiamata per il Medical Officer arrestò l’intermittente avanzata.

Al Maggiore Banton era stato diagnosticato solo un brutto raffreddore ma il Colonnello aveva “preso qualcosa”. Discusse con il M.O. e insistette per poter continuare, ma il Maggiore Ken Whyte fu fatto avanzare, nel dubbio. Il Colonnello stava malissimo ma procedette e localizzò la posizione della terza Brigata a poca distanza dalla strada principale nei pressi di Riccia.

Il tenente Stearns procedeva in direzione Jelsi. Videro che il paese era sicuro, ma da Jelsi a Gildone la situazione sembrava pericolosa e poco chiara. Il Colonnello pensò che il 48mo sarebbe potuto cadere in una trappola; ordinò al Battaglione di procedere. Quando si trovava ancora ben alla testa del Battaglione, contattò il West Novas Scotia e gli fu assicurato che il Royal 22mo si trovava a Gildone e che il bivio era al sicuro. Andò avanti lui stesso per averne conferma, mentre il Battaglione continuò la marcia. Al suo arrivo a Gildone tutto era tranquillo ma non c’era alcuna traccia del Van Doos (nome con il quale si identificava comunemente il Royal 22mo). Non trovò altro che un ufficiale artigliere solitario addormentato sul lettino da campeggio lungo la strada. Appariva perso e non sapeva nulla di altre truppe, amiche o nemiche che fossero. Il Colonnello decise di aspettare il Battaglione e di trattenerlo a Gildone fino al mattino successivo.

L’intera situazione era insicura. Quando gli Highlanders arrivarono arrancando a Gildone, il C.O. non aveva ancora ricevuto segnali dal 22mo Royal, che avrebbe già dovuto essere lì (“Tuttora non so dove fossero”). Dopo l’alba il Battaglione scorse l’area dove si stava svolgendo l’attacco a Campobasso da una collina in cima alla città da cui si godeva una buona vista a 90 gradi da ovest a nord. Si vedevano dolci vallate e colline su colline. Dritto a ovest e a circa due miglia si stagliava Mirabello, su un’altura. A nord, poco oltre, si trovava Ferrazzano, la cui sommità aveva l’aspetto irreale di un castello incantato arroccato su una roccia alta 600 piedi; a nord-ovest, a circa 7 miglia in linea d’aria, il sole splendeva sugli edifici di Campobasso. La città appariva bellissima, calma…ma non lo era!

disegno, Artiglieria canadese apre il fuoco contro postazioni tedesche nei pressi di Campobasso
Artist / Maker / Manufacturer
Comfort Major Charles Fraser
Copyright: Canadian War Museum

Quando il Battaglione diede inizio alla sua marcia in fila indiana alle 6 del mattino Baker prese la destra della strada, Able la sinistra e Charlie procedette a cavallo tra i fossati. Una sezione R.C.E. (Royal Canadian Engineers) si era unita per sgomberare la strada dalle mine. A poca distanza si trovavano anche i F.O.Os. (Forward Observation Officers), il 2nd Field e l’Airborne jeep-towed 3.5s (artiglieria da montagna). Era stata stabilita una linea, conosciuta come Napanee, a circa 3 miglia a sud della città come punto di partenza della Brigata per l’attacco.

Raggiunsero Napanee prima di mezzogiorno, dopo un inizio abbastanza tranquillo. Il principale obiettivo del 48mo era l’attraversamento della strada principale per Campobasso e un percorso secondario. Una strada interrotta che correva lungo l’angolo formava un triangolo di terra, con una sabbiera nel centro. Il Cap. Wright stabilì il suo H.Q. proprio lì non appena arrivò.

Il plotone del Lt. McLurg era stato il primo a raggiungere quel triangolo di terra, e aveva subito stanato una pattuglia tedesca. Scoppiarono granate, nonché colpi di mitra e Schmeissers, ma lo scontro terminò così in fretta che il Lt. McLurg protestò: “Non ho neanche fatto in tempo a tirare fuori il mio revolver!”. Il triangolo fu dichiarato libero, mentre i plotoni di Abie era piazzati in posizione difensiva intorno ad esso.

Un portaordini canadese vicino a Campobasso, Italy, October 1943
Credit: Canada. Dept. of National Defence / Library and Archives Canada

Sistematosi Able, sotto il fuoco d’artiglieria costante proveniente da squadroni che sparavano da direzioni ignote, il resto del Battaglione arrivò in posizione su Napanee. Il Colonnello proseguì e si unì al Cap. Wright nel triangolo di terra per un controllo, ed Able diede il permesso al plotone del Lt. McLurg di ripararsi dai proiettili tra gli edifici vicini. L’area non era edificata, ma lungo la strada c’erano alcune case isolate.

Il Royal Canadian Regiment inizialmente aveva intenzione di attraversare il 48mo nei pressi della linea Napanee, ma il piano era stato rimandato al mattino. Anche la strada dietro il 48mo fu fortemente bombardata nel pomeriggio e i membri del Regiment non furono sul posto fino a quando fece sera. L’attacco del R.C.R. sarebbe potuto essere pesante, ma se il 48mo avesse raggiunto l’altura che precedeva Campobasso, il loro sforzo sarebbe diminuito. Il ritardo permise che ciò avvenisse il giorno successivo.

Fonte: Beattie Kim, DILEAS The 48th Highlanders of Canada 1929 – 1956. THE 48th HIGHLANDERS OF CANADA 1956

Traduzione di E. C.

Racconti: n.3 – Verso Campobasso